Quando ti prendi cura di qualcuno che ami, chi si prende cura di te?
È una domanda semplice, ma potente. E spesso disarmante per chi, ogni giorno, si occupa di un genitore anziano, un familiare non autosufficiente, un coniuge malato. Il lavoro di cura – anche se non lo chiamiamo così – è faticoso, continuo, invisibile. E raramente lascia spazio per sé.
Chi è caregiver sa cosa significa correre tra visite mediche e lavoro, rinunciare al tempo libero, preoccuparsi per ogni minimo segnale di peggioramento. E intanto cercare di “tenere botta”, sempre. Senza mollare mai.
Ma può davvero essere sostenibile tutto questo, nel tempo?
Il mito del caregiver infallibile
In tanti pensano che essere un buon caregiver significhi essere sempre presenti, sempre forti, sempre capaci. È un mito pericoloso.
Studi del Premio Nobel per la Medicina Elizabeth Blackburn dimostrano che i caregiver rischiano fino a 17 anni di aspettativa in meno a causa dell’impatto dello stress che genera la cura – a dimostrazione che l’assistenza può causare, quindi, problemi importanti, se non viene vissuta in modo sostenibile.
Infatti, “prendersi cura” significa anche non dimenticarsi di sé, perché quando il caregiver crolla, crolla tutto il sistema.
Essere caregiver non vuol dire annullarsi. Vuol dire esserci, sì, ma anche sapere quando fermarsi. Essere caregiver vuol dire accogliere le proprie emozioni e non vergognarsi della stanchezza, della rabbia, del senso di colpa che a volte si affaccia. Perché queste emozioni sono umane, e solo accettandole si costruisce un’assistenza sostenibile nel tempo.
Ripartire da sé: non è egoismo, è responsabilità
Spesso chi assiste un familiare fragile sente di non potersi permettere un attimo di pausa. Eppure, fermarsi è necessario.
Il primo passo per aiutare l’altro è aiutare sé stessi.
Prendersi cura di sé significa:
- Riconoscere e accettare il bisogno di confronto, o di un consiglio
- Chiedere aiuto senza sentirsi sbagliati
- Costruire una rete di supporto, anche piccola
- Imparare a delegare senza sentirsi in colpa
- Organizzare meglio il tempo, lasciando spazio anche a momenti personali
A volte basta poco – una chiacchierata con “chi ne sa”, un esercizio di respiro, un cambiamento nell’approccio – ma servono strumenti giusti e qualcuno che ti accompagni, passo dopo passo.
Il Kit gratuito per iniziare a stare meglio
Per andare incontro a coloro che si ritrovano in questi paragrafi, Club Pellegrini ha scelto FamKare come partner che sapesse affrontare la tematica in modo appropriato.
FamKare, agenzia di riferimento nel settore, ha creato un Kit digitale dedicato ai caregiver familiari, gratuito per i membri del Club e scaricabile sulla pagina dedicata al partner. Nel kit troverai:
🎧 Un webinar pratico su come affrontare la scelta della badante
🎙 Un mini-percorso audio per ritrovare equilibrio mentale ed emotivo
📘 Tre mini e-book con esercizi, riflessioni e strategie da applicare subito
🤝 Una consulenza gratuita con un Family Coach, per orientarti e costruire un piano sostenibile
Essere caregiver può essere un’occasione per scoprire risorse che non pensavi di avere. Ma questo accade solo se ti concedi di ricevere supporto, di parlare, di respirare.
Non serve avere tutto sotto controllo. Serve sapere da dove cominciare.
Con FamKare puoi iniziare a farlo oggi. Gratuitamente, senza impegno, ma con la certezza che la tua salute conta quanto quella della persona cara di cui ti prendi cura.
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Perché la cura comincia da chi cura.